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La raccolta delle Castagne

  • Immagine del redattore: Andrea Marinelli
    Andrea Marinelli
  • 21 ott 2019
  • Tempo di lettura: 2 min

Come ogni piacere che ci concediamo vale la pena assaporarlo fino in fondo e quindi non c’é ragione alcuna di correre, affaticarsi, raccogliere più castagne di quante mai ne consumeremmo

per poi lasciatle ammuffire o seccare in cantina. Raccogliere castagne è innanzitutto adeguare il proprio ritmo a quello del bosco d'autunno dove di tanto in tanto si stacca una foglia non più verde e nella calma si può udirne il volo mentre scende appoggiata all'aria che della notte conserva

ancora un poco di umidità. Raccogliere castagne é lasciarsi stupire dai colori freschissimi e

lucidi dei frutti appena sgusciati che sembrano preziosi gioielli di bronzo, è poter decidere quali frutti raccogliere senza dover per forza non lasciare nulla sul terreno. Raccogliere castagne non è fermarsi ai bordi della strada con la macchina per abbacchiare le piante schiacciarne i ricci

sull'asfalto, non è aggirarsi nei boschi di proprietario ignoto come ladri, non è fare molto rumore.

Per la raccolta scegliete un cesto o un recipiente dove i frutti possano respirate e che possiate appoggiare sul terreno mentre raccogliete intorno, evitate le borsine della spesa, non

suno indicate, sono scomode e potreste scoprire troppo tardi che si rompono con una certa facilità. Una volta giunti a casa stendete le castagne in una cassetta da frutta in strati non troppo profondi ¢ cercate di consumarle nel giro di pochi giorni.

Avrete cosi una buona scusa per tornare nel bosco.





Una semplice ricetta sul tema delle caldarroste.


Le castagne cotte possibilmente con la tipica padella dal manico lungo sul fuoco del camino, mescolate e/o fatte saltare a seconda della bravura dello “spadellatore”, rappresentano già di per sé un momento di grande convivialità: il fuoco, I‘attesa, la compagnia, l'immancabile vino, la pelatura fatta da tutti insieme prima di iniziare, come tradizione vuole, la scorpacciata possono essere ancora arricchite. Prendete le caldarroste pelate scartando eventualmente quelle bruciate o divenute troppo secche. Mettetele in padella con un po’ d’acqua e dello zucchero; particolarmente indicato quello di canna non raffinato tipo“mascobado” che si può trovare facilmente nei negozi del

commercio equosolidale, ma non solo. Passatele nella sciroppo ben calde che si forma fino a ché l'acqua non si é ritirata quasi del tutto. Mettetele nelle coppette e bagnatele moderatamente con un liquore ad alta gradazione di vostro personale gradimento (dal rhum al cognac) che possa essere incendiato al momento di servire. Si accompagnano benissimo, se le disponete in una coppa larga o in un piattino, con gelato al gusto fior di latte e con una cialda. Per contrasto servite uno spumante

secco con molte bollicine.


Alessandro


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