E' tempo d'uva
- 12 set 2019
- Tempo di lettura: 3 min
Settembre, come non parlare della Vite e del suo fascino su di una facciata soleggiata abbellita appunto dalla vite che ci ricorda i paesaggi delle vacanze. Chi dispone di una parete rivolta a meridione, può togliersi questa soddisfazione. Tutti sanno che la vite prospera solo dove il clima è
mite, nel cosiddetto clima mediterraneo. Ma con qualche accorgimento, è possibile coltivarla anche dove il clima è più rigido.Una calda parete esposta a sud potrebbe essere la posizione ideale per coltivare e raccogliere grappoli profumati fino a 800 metri di altezza, anche
nelle zone più a Nord della nostra bella penisola. Una facciata decorata dai viticci è anche romantica. In estate, le foglie portano una ventata di frescura e in autunno, a secondo della varietà,
stupende foglie colorate, giallo o rosse, tra cui si affacciano i bei grappoli. Con le cure e le potature adeguate, il raccolto può essere talmente abbondante da poterne fare del vino.

Premessa per una buona riuscita dell’impianto è sicuramente la posizione: una facciata esposta a Sud o ad Ovest è l’ideale, perchè la vite ama molto il caldo. Di notte, questo tipo di parete rimane calda a lungo, e i frutti diventano dolci e molto profumati. L’unico svantaggio è che la maturazione dura più a lungo. Il motivo: quando le bacche cominciano a maturare, il calore della parete ne rallenta lo sviluppo. Per questo, è opportuno evitare le varietà tardive, preferendo quelle precoci oppure semiprecoci. La vite deve essere piantata correttamente, e le potature sono importanti sia dal punto di vista estetico che per la formazione dei frutti. Chi non interviene mai, lasciando che la pianta cresca spontaneamente, non avrà sicuramente particolari soddisfazioni.

Le viti sono in natura rampicanti e portano frutti solo sui getti giovani, che crescono sul legno di due anni. Considerando questo fatto, la potatura non dovrebbe essere difficile. E’ importante che nei primi anni si formi una consistente struttura di getti vecchi, da cui possano nascere i rami fruttiferi.
I getti laterali devono distare 1 metro dal getto centrale, e si legano alla spalliera o a un filo metallico. Dai getti più vecchi, si sviluppano i rami fruttiferi che si potano lasciando solo 20 centi-
metri. In inverno avanzato, i getti si potano sopra la seconda gemma. La primavera successiva dalle
gemme si svilupperanno i getti fruttiferi.
Mentre i frutti crescono, quando sono grandi quanto chicchi di grano, i getti da cui pendono
si potano sino a due-quattro foglie sopra al grappolo, in modo che questi possa ricevere sufficiente calore.Con questa potatura estiva, che si effettua per lo più a metà giugno, si cimano anche i getti
infruttiferi.Una volta potati, i rami della vite “fioriscono” in modo incredibile e questo indebolisce
la pianta. Pertanto le potature del legno maturo si effettuano solo durante la pausa vegetativa, da fine ottobre ad inizio marzo. Contrariamente a quanto avviene per altri frutti e bacche, si lascia sopra la gemme un cosiddetto sperone di ca. 3 centimetri. Il motivo: questo sperone arresta, per così dire, gelo e siccità. Infatti gelano od essiccano solo gli speroni, risparmiando le
gemme.

In vaso
La vite si può coltivare anche in un capace vaso (almeno 100 litri) sul balcone. Per crescere bene richiede copiose somministrazioni di calce e concime integrale. Queste piante, comunque, non diventano mai vecchie come quelle piantate in giardino, ma non deludono mai.
In linea di massima, sulla facciata di casa si possono coltivare anche varietà molto tardive, da usare per lo più come uva da tavola, quindi non adatte alla preparazione di vino. In
questo caso, bisogna scegliere varietà dai frutti particolarmente succosi e sani, fra cui
‘Phoenix’ di Poetschke, un’uva bianca molto robusta. Molto resistente all’oidio anche la varietà ‘Maerzling’ e fra le rosse ‘Boskoops Glory’. Quest'ultima varietà di Vite labrusca particolarmente agguerrita contro l’oidio, è di provenienza americana e non deve essere innestata.
Sempre per la coltura a parete,ricordiamo anche ‘Gutedel’ (bianca), ‘Dornfelder’ (rossa)
e ‘Blau Portugieser” (rossa). Un consiglio: volendo, si possono sperimentare anche varietà regionali, non meglio classificate, poco adatte alla coltura industriale ma abbondanti per il raccolto domestico.
Ringrazio vivamente il mio carissimo Gianmarco che ha collaborato alla stesura di questo articolo con la sua esperienza di agronomo, e spero vivamente di avere suoi contributi in seguito.
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