Il momento dei Crisantemi
- Andrea Marinelli
- 1 ott 2020
- Tempo di lettura: 2 min
La straordinaria e rara capacità di fiorire in autunno ha identificato la stagione dei crisantemi con la ricorrenza della memoria dei defunti; nei paesi orientali, dei quali proviene questo fiore, è invece simbolo del sole, della vita e, addirittura, hai spirato lo stemma della famiglia imperiale giapponese.

Non a caso: il suo nome, in greco, significa "fiore d'oro". Esistono moltissime specie di crisantemi, chiamate in modo generico "margherite", che occupano allegramente posto in giardino regalando colori in un'epoca altrimenti povera di cromatismi. In realtà, il numero enorme di specie e varietà derivate e caratterizzato da un altrettanta mutevolezza di portamento, forma dei capolini e colori, oltre a una forte differenzazione del periodo di fioritura, tanto da poter affermare che in giardino potremmo coltivare solo crisantemi per garantirci corolle per tutto l'anno, fatta eccezione per i mesi invernali nevosi.

Resistenti al freddo e alla pioggia, ma anche al sole e alcune speci alla siccità, stanno conquistando spazio anche nel nostro Paese. Il terreno non rappresenta quasi mai un ostacolo alla coltivazione del crisantemo, essendo questa pianta assai resistente ai vari tipi di suolo. Le sue preferenze vanno comunque verso un terreno da neutro a leggermente acido, mantenuto umido ma ben drenato e arricchito con stallatico decomposto. Terreno argilloso e alcalino può ugualmente essere eccellente, ma è meglio alleggerirlo con sabbia e aumentare un poco l'acidità aggiungendo torba. Il segreto per avere piante fioriferi e compatte e la potatura e non, come si può pensare, un mix esplosivo di nutrimenti. Alla fine di maggio, le piantine avranno raggiunto un'altezza di circa 40 cm e dovranno essere recise fino a circa 15 cm dal suolo per obbligare la pianta a emettere nuovi getti laterali, ognuno dei quali porterà almeno un capolino. In agosto, si esegue la ci matura del boccio centrale, da praticare quando quelli laterali sono lunghi almeno 2 cm, così da favorire l'emissione di molti capolini laterali, di solito più piccoli dell'infiorescenza unica ma ben più decorativi in giardino.
Andrea Marinelli
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